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Disassuefazione
Anamnesi
Problematiche
Decisione dell'astensione
Fattori prognostici negativi
Terapia comportamentale
Terapia farmacologica
 
Disassuefazione con l'Ipnosi

Indicazioni

Tempi
Metodi
Suggestioni
Risultati

 

 

 

Anamnesi


Le possibilità di successo di una terapia finalizzata all'astensione sono in relazione all'età d’inizio del fumo, alla sua durata ed evoluzione temporale, al coinvolgimento emozionale, alla carica decisionale presente, ai precedenti tentativi di astensione (frequenza, motivazione, successo, insuccesso, durata degli stessi), ai motivi della ripresa del fumo e della sua persistenza.

Età

La decisione di liberarsi da un fumo ininterrotto, quanto più tardivamente presa, tanto più esige volontà e impegno per superare una lunga dipendenza ed annullare comportamenti profondamente radicati nel tempo: questo è un obiettivo non facile da raggiungere tanto più che situazioni esistenziali spesso presenti in età avanzata (pensionamento, solitudine dovuta a vedovanza o all’abbandono da parte dei figli della casa d’origine) contribuiscono a dare al fumo valenze significative non facilmente sostituibili.

Patologie psichiatriche

La presenza attuale o pregressa di patologie psichiatriche richiede estrema cautela nell’intraprendere un trattamento di disassuefazione: il fumo può essere una importante risorsa per il contenimento di gravi forme depressive con istinti anticonservativi. Una patologia psichiatrica maggiore (psicosi schizofrenica, psicosi maniaco depressiva, depressione maggiore, alcolismo, delirio paranoide) può essere una controindicazione assoluta: la percentuale di successo, anche intraprendendo il trattamento, risulta comunque estremamente bassa.

Le motivazioni a continuare il fumo

Nel fumo può essere trovata la più soddisfacente risposta a importanti problematiche esistenziali: in situazioni simili, qualunque approccio diretto unicamente all’eliminazione del fumo è facilmente destinato a fallire; diventa indispensabile associare una psicoterapia finalizzata ad aumentare le possibilità di successo, altrimenti assai scarse.

Nell'abituale vita relazionale, il fumo può adempiere a molteplici e importanti funzioni: esse devono venire evidenziate per permettere di sceglierne le alternative possibili: il fumo può assumere funzione di “iniziale barriera difensiva” (il tempo necessario ad accendere la sigaretta ed a “tirare la prima nota” giustifica un attimo di pausa che può permettere, in un momento di riflessione, il controllo dell’ambiente circostante), può trasformarsi in mezzo comunicazionale raffinato ed efficace o sottolineare una posizione di potere che consente la violazione delle regole fumando là dove agli altri è proibito.

Ulteriore motivazione è data dal livello di piacevolezza che dà il fumo, sia per le componenti gratificanti sensoriali manipolative ad esso collegate, sia per la funzione importante di sollievo, di gratificazione, di premio.

Le motivazioni a interrompere il fumo

Spesso la motivazione principale è data dalla patologia medica sottostante che esige l'astensione. Altre motivazioni, meno frequenti ma soggettivamente importanti, possono essere evidenziate come fastidio per l’odore di fumo sulla propria persona o sulle proprie cose, difficoltà a continuare in prestazioni fisiche abituali, limitazioni sempre maggiori incontrate per il fumo nell’ambiente familiare o di lavoro, consumo di denaro. Sesso, età, condizione sociale spesso giocano un ruolo importante nell’attivare motivazioni complementari: l’insoddisfazione per aspetti estetici non piacevoli, specie nella donna, come alito sgradevole, denti gialli, pelle avvizzita, può spingere ad un deciso impegno mentre la presenza di figli in età infantile e i sensi di colpa collegati all’assorbimento del fumo passivo possono trasformarsi in potente incentivo a smettere di fumare; parimenti, la scoperta del rifiuto sempre maggiore del fumo nell’ambiente sociale di appartenenza e la sgradevole sensazione di emarginazione percepita possono spingere all’astensione.

La fermezza decisionale

Qualunque sia la motivazione, per avere effettive possibilità di successo la decisione di smettere di fumare deve essere il risultato di una scelta convinta, deliberata, autonoma: se imposta unicamente dall'ambiente familiare o lavorativo, il fallimento ne è il quasi inevitabile risultato.